Guerra delle Falkland
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Guerra delle Falkland | |||||||
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Schieramenti | |||||||
Gran Bretagna | Argentina | ||||||
Comandanti | |||||||
John "Sandy" Woodward, John Fieldhouse | Leopoldo Galtieri | ||||||
Perdite | |||||||
255 morti, 777 feriti | 655 morti, 1.100 feriti, 11.313 prigionieri |
La Guerra delle Falkland (in inglese: Falklands War, in spagnolo: Guerra de las Malvinas), fu un conflitto combattuto tra l'Argentina ed il Regno Unito per il possesso ed il controllo delle Isole Falkland (conosciute anche col nome spagnolo di Islas Malvinas da cui Isole Malvine) e della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali, tra il marzo ed il giugno del 1982. Le Falkland consistono di due isole maggiore e di molte minori nell'Oceano Atlantico meridionale ad est dell'Argentina, la cui sovranità è stata disputata a lungo. L'Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava l'Argentina nel periodo precedente alla guerra. Il governo, retto dal Presidente Generale Leopoldo Galtieri, decise di giocare la carta del sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce per reclamare le isole Falkland. Le tensioni crescenti tra i due paesi per le isole aumentarono il 19 marzo quando cinquanta argentini sbarcarono sulla dipendenza britannica della Georgia del Sud e piantarono la bandiera argentina, un atto che viene considerato la prima azione offensiva della guerra. Il 2 aprile, Galtieri ordinò l'invasione delle Falkland.
Nonostante fosse stata colta di sopresa dall'attacco argentino sulle isole dell'Atlantico meridionale, la Gran Bretagna lanciò una task force navale per contrastare la marina argentina e le forze aree del paese sudamericano, e riconquistò le isole con un assalto anfibio. Dopo pesanti combattimenti, gli inglesi prevalsero e le isole rimasero sotto controllo britannico. Tutt'oggi l'Argentina reclama la sovranità sulle isole Falkland.
Gli effetti politici della guerra furono forti in entrambi i paesi. L'Argentina vide l'aumentare delle proteste contro il governo militare, che stava per cadere, mentre un onda di patriottismo si diffuse per il Regno Unito, ridando forza al governo dell'allora primo ministro inglese Margaret Thatcher. La guerra ha giocato un ruolo importante in entrambi i paesi, ed è stata soggetto di svariati libri, film e canzioni, ma forse perché dovuto al basso numero di perdite non viene vista come un evento topico della storia dei due paesi. Militarmente, comunque, rimane importante come primo reale dispiegamento di forze navali e aeree moderne dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il conflitto rinverdì inoltre le speranze britanniche di mantenere le proprie ambizioni post imperiali (dopo le delusioni del dopoguerra come la perdita del canale di Suez) e dimostrò che il Regno Unito aveva ancora le capacità di condurre da solo una guerra molto lontano dalla madrepatria.
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Verso la guerra
Antecedenti
Galtieri, che era il leader del governo militare dell'Argentina al momento, mirava a controbilanciare la preoccupazione del popolo sulle questioni economiche e dei diritti umani con una vittoria veloce sulle isole Falkland. L'Argentina fece pressione sull'ONU alzando sottili cenni di una possibile invasione, ma gli inglesi non se ne accorsero e non reagirono. Gli argentini interpretarono la mancata reazione inglese come un disinteresse per le Falkland, e immaginarono che gli inglesi non avrebbero reagito con forza ad un'invasione delle isole. Questo punto di vista venne incoraggiato dalla ritirata dell'ultima della Royal Navy nel 1981, che era stata inclusa in un generale ridimensionamento della flotta nei territori britannici, e l'Atto Della Nazionalità Britannica del 1981 che levò agli abitanti delle Falkland i diritti della piena cittadinanza.
Il capo della Marina Argentina, l'ammiraglio Jorge Anaya, decisamente anti-britannico, sviluppò il piano per invadere le Falkland. In seguito al fallimento della via diplomatica nel gennaio 1982, i piani di invasioni vennerò completati per l'aprile dello stesso anno. L'invasione della zona popolata delle isole Falkland venne preceduta dall'invasione della Georgia del Sud, situata circa 1,390 kilometri ad est delle Falkland. L'invasione cominciò il 19 marzo 1982 da parte di un gruppo di civili argentini che finsero di essere commercianti di metalli da estrarre per stabilire un campo nella Georgia del Sud ed innalzarono la bandiera argentina. Al vascello HMS Endurance della Royal Navy venne inviato un dispaccio con l'ordine di rimuovere il campo il 25 marzo, ma gli venne impedito da tre navi da guerra argentine e venne costretto a ritirarsi. Ad ogni modo, nonostante fosse ulteriormente evidente che la Marina Argentina avesse cominciato ad accumulare truppe a Puerto Belgrano, il gruppo sudamericano del Comitato Congiunto d'Intelligence inglese riferì il 30 marzo che "l'invasione non era imminente".
Fallimento della diplomazia
Dopo che le relazioni diplomatiche formali furono interrotte tra il Regno Unito e l'Argentina, altre nazioni rappresentarono gli interessi di ciascuna nazione. Il Perù divenne il rappresentante dell'Argentina nel Regno Unito, mentre la Svizzera rappresentò il Regno Unito in Argentina. In questo modo, i diplomatici argentini a Londra vennero indicati come diplomatici peruviani di nazionalità argentina, mentre i diplomatici inglesi a Buenos Aires vennero indicati come diplomatici svizzeri di nazionalità inglese. L'allora segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, annunciò che i suoi sforzi in favore della pace erano risultati vani. Nonostante il Perù e la Svizzera fecero una grande pressione diplomatica per evitare la guerra, non furono capaci di impedire il conflitto, ed un piano di pace proposto dal presidente peruviano Fernando Belaunde Terry fu rigettato da entrambe le parti.
Invasione
Per approfondire, vedi la voce Invasione delle isole Falkland 1982. |
Il governo inglese avvisò Rex Masterman Hunt, l'allora Governatore delle Isole Falkland di una possibile invasione da parte dell'Argentina il 31 marzo. Hunt organizzò quindi una difesa e diede il comando militare al Maggiore Mike Norman che riuscì a radunare una piccola forza di marines. Il luogotenente in carica per l'invasione Guillermo Sanchez-Sabarots, sbarcò con il suo squadrone di forze speciali a Mullet Creek. Proseguì attaccando la caserma di Moody Brook, il palazzo del governo, e Stanley fino alla resa del governo inglese delle Falkland il 4 aprile.
La vita sotto l'occupazione
L'Argentina cominciò a fare alcuni cambiamenti indesiderati alla cultura delle isole Falkland, nonostante avesse in principio assicurato che il modo di vita e l'identità culturale degli isolani sarebbe stata rispettata. L'Argentina cambiò il nome di Stanley in Puerto Argentino, rese lo spagnolo la lingua ufficiale delle isole e comandò che si guidasse sul lato destro della strada, dipingendo frecce sulle strade indicanti la direzione del traffico e cambiando la posizione dei segnali stradali. Nonostante le frecce, gli isolani continuarono a guidare sulla sinistra, dimostrando la propria determinazione a rimanere inglesi.
Task force
Gli inglesi furono veloci ad organizzare una pressione diplomatica contro l'Argentina ed a causa della grande distanza tra le Falkland ed il Regno Unito, gli inglesi si affidarono ad una task force navale, centrata sulle portaerei HMS Hermes e HMS Invincible comandate dall'ammiraglio John "Sandy" Woodward. Questa task force avrebbe dovuto essere autosufficiente e capace di proiettare la propria forza d'attacco lungo l'area litoranea delle isole. Un secondo componente fu la spedizione di assalto anfibio, comandata dal Commodoro M.C. Clapp RN. Contrariamente a ciò che si credeva, l'Ammiraglio Woodward non comandava la spedizione del Commodoro Clapp. Le forze imbarcate comprendevano tre brigate commando di di Royal Marines, (incluse alcune unità del Reggimento Paracadutisti) sotto il commando del brigadiere J. Thompson. Sia Clapp sia Woodward riferivano direttamente al Comandante della Flotta in Capo, l'Ammiraglio Sir John Fieldhouse, in Bretagna, che era soprattutto comandante dell'operazione. Per mantenere il naviglio neutrale al di fuori della zona durante la guerra, il Regno Unito dichiarò un'area di esclusione totale di un raggio di 200 miglia nautiche (370 km) intorno alle Falkland prima di dare inizio all'operazione.
Il Principe Andrew servì come pilota di elicottero nella portaerei HMS Invincible durante la guerra, nonostante non prese parte a nessuna azione di guerra diretta.
Gli inglesi chiamarono la contro-invasione Operation Corporate. Quando la task force lasciò la Gran Bretagna, il giornale americano Newsweek scrisse in copertina "The Empire Strikes Back! (L'impero colpisce ancora!)" utilizzando il titolo di un celebre film.
Nonostante l'opinione pubblica nel Regno Unito sostenesse il tentativo di riprendersi le isole, l'opinione internazionale era molto più divisa. Per alcuni, la Gran Bretagna era una ex potenza coloniale, che cercava di trattenere una colonia da un potere locale, e questo era il messaggio che gli argentini inizialmente rivendicavano. Altri sostenevano la Gran Bretagna come una democrazia stabile che era stata invasa da una dittatura militare. La diplomazia inglese focalizzava sul fatto che gli isolani delle Falkland avevano il diritto di usare il principio dell'ONU di autodeterminazione ed un'apparente buona volontà verso il compromesso. Il segretario generale delle Nazioni Unite si disse stupito del compromesso che il Regno Unito aveva offerto. L'Argentina però lo rifiutò, basando i propri argomenti sul diritto al territorio basato sulle azioni prima del 1945 e la creazione dell'ONU. Molti membri dell'ONU realizzarono che, se pretese territoriali così vecchie potevano risorgere, e delle invasioni di terre essere permesse senza reagire, allora neanche i propri confini sarebbero stati al sicuro. Così il 3 aprile il Consiglio di Sicurezza dell'ONU passò la Risoluzione 502, chiedendo il ritiro delle truppe argentine dalle isole e la cessazione delle ostilità. Il 10 aprile la Comunità Economica Europea approvò delle sanzioni economiche contro l'Argentina. Il presidente Ronald Reagan e l'amministrazione degli Stati Uniti non emisero condanne diplomatiche, ma fornirono supporto di intelligence ai militari inglesi.
Perdite e costi
Gran Bretagna
- 255 morti, 777 feriti
- 2 cacciatorpediniere: HMS Sheffield, HMS Coventry
- 2 fregate: HMS Ardent, HMS Antelope
- 1 nave porta-containers: Atlantic Conveyor
- 9 aerei da combattimento Harrier
- 24 elicotteri
- Costi: fino a 2,5 miliardi di sterline.
Argentina
- 651 morti, più di 1068 feriti
- 1 incrociatore: ARA General Belgrano
- 1 sommergibile: ARA Santa Fe
- 2 motovedette: PNA Río Iguazú, PNA Islas Malvinas
- 3 trasportatruppe: Río Carcarañá, ARA Bahía Buen Suceso, ARA Isla de los Estados
- 1 traghetto: Narwal
Aerei ed elicotteri persi in combattimento, o a terra, dalle Forze Aeree Argentine durante la guerra delle Falkland:
- 61
aerei
- 22 caccia A-4 Skyhawk (b-c-q)
- 14 bimotori antiguerriglia IA 58 Pucará
- 11 intercettori IAI Dagger
- 4 ricognitori ad elica T-34C Mentor
- 2 intercettori Mirage IIIEA
- 2 aerei da appoggio tattico Aermacchi MB-339A
- 2 bombardieri antisom Canberra B62
- 2 Skyvan da trasporto
- 1 Learjet 35A da trasporto
- 1 C-130E Hercules da trasporto
- (non sono conteggiati i velivoli lasciati sul campo dagli argentini dopo la resa, tra cui 11 Pucará, 3 MB-339A ed 15 elicotteri da ricognizione e trasporto)
- 25 elicotteri
- costi: sconosciuti