Articolo di Veronica Villa,
pubblicato su English4Life n. 6
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A VERY BIG THANK
YOU FROM
THE ENGLISH GRATIS TEAM!
Nonostante English4Life utilizzi un suo
proprio sistema fonetico per insegnare la corretta pronuncia dell’inglese,
la conoscenza dell’alfabeto fonetico internazionale è comunque
indispensabile per poter utilizzare la maggior parte dei dizionari
professionali. In questo articolo, Veronica Villa ci racconta come è fatto e
come ci può essere utile.
L’importanza della fonetica
Come sappiamo, la pronuncia è uno degli elementi fondamentali dello studio
della lingua inglese. Gli aspetti sonori, cioè fonetici, non dovrebbero mai
essere trascurati, anche se al principiante a volte possono sembrare
secondari. In effetti sbagliare una pronuncia, sotto certi aspetti, è grave
quanto sbagliare una regola di grammatica, non bisogna infatti dimenticare
che confondere anche una sola vocale è sufficiente per rendere una intera
frase incomprensibile per il nostro interlocutore.
Dal punto di vista strettamente
fonetico, per pronunciare una parola noi emettiamo una serie di suoni (fonemi).
Quando scriviamo usiamo invece le lettere, che abbiamo imparato, fin dalle
scuole elementari, ad associare in modo convenzionale ai suoni. Ma ad una
singola lettera del nostro alfabeto non corrisponde necessariamente un
singolo suono. In italiano pensiamo per esempio alla parola “chiesa”, dove
“ch” è pronunciato convenzionalmente con un solo suono, cioè come “c” in
“cosa”. O in inglese pensiamo a “high”, dove “gh” non viene pronunciato
affatto. Le lettere dell'alfabeto, unità minime della nostra scrittura,
non corrispondono dunque ai fonemi, unità minime dei suoni della pronuncia.
Il rapporto tra lettere e suoni è dunque altamente convenzionale,
sviluppato all'interno di ogni lingua nel corso dei secoli e condizionato da
innumerevoli cambiamenti storici (migrazioni), sociali (usi scritti) e più
specificatamente linguistici (mutazioni).
L'inglese e l'italiano sono
imparentati in modo piuttosto stretto, si può dire che siano lingue
“cugine”: entrambe sono lingue indoeuropee, ma l'inglese è una lingua
derivata dal ceppo germanico, mentre l'italiano è derivato dal latino.
L'alfabeto che utilizzano è sostanzialmente lo stesso (tranne per le lettere
in più dell'inglese), ma le convenzioni che legano lettere e fonemi sono
radicalmente diverse. Noi abbiamo comunemente l'impressione che l'italiano
“si pronunci come si scrive” (cioè che le lettere e i suoni corrispondano) e
siamo tentati di pensare che invece in inglese ci sia una totale incoerenza
tra scrittura e pronuncia. In effetti in inglese le regole che legano
lettere e fonemi sono molto complesse, al punto che non si è mai sicuri di
come si pronuncia una parola finché non la si sente. Questo accade perché
l'inglese ha subito varie mutazioni in seguito alle migrazioni dei popoli
germanici, durante le varie vicissitudini di Angli e Sassoni nelle terre
isolate che prima erano celtiche, e, in seguito, al contatto con il
francese.
Ma in realtà anche un inglese ha
l'impressione che l'italiano non si pronunci come si scrive! Tutto dipende
dalle convenzioni che legano la scrittura e la pronuncia, che tutti noi
impariamo da bambini. Ognuno di noi tende a pensare che la propria lingua
madre “si legga come si scrive”, si tende cioè a valutare le altre lingue
con il proprio metro. Ma quando si inizia lo studio di una lingua straniera
è necessario apprendere le sue regole fonetiche specifiche, senza
“pregiudizi” linguistici. Se queste regole sono abbastanza simili a quelle
dell'italiano (come accade per esempio con il tedesco) non ci sarà bisogno
di un grande sforzo, ma se sono molto diverse (come in inglese) bisognerà
applicarsi maggiormente.
Perché
nasce l’alfabeto fonetico internazionale
Ogni lingua indoeuropea ha sviluppato il suo modo peculiare di
pronunciare le lettere di un alfabeto complessivamente comune. È quindi nata
la necessità, in particolare tra i linguisti che studiano scientificamente
questi aspetti, di creare un “alfabeto dei fonemi”, dove ogni segno
rappresenti effettivamente un unico suono. Questo alfabeto può essere
applicato a qualunque lingua allo scopo di scrivere, in modo assolutamente
inequivocabile, le parole nel modo in cui sono pronunciate. L'alfabeto
fonetico internazionale (IPA-API) viene largamente utilizzato nei dizionari,
infatti accanto ad ogni lemma è di solito riportata la trascrizione
corrispondente. Questo è utilissimo, a patto che si conosca l'alfabeto
stesso, che ad un principiante appare come un esoterico elenco di misteriosi
simboli. Per esempio troveremo che la familiare parola “that” diventa in
alfabeto fonetico “ðæt”. La legenda fornita dal dizionario potrebbe essere
scoraggiante o insufficiente a chiarire i dubbi del principiante, quindi è
indubbiamente preferibile apprendere alcuni simboli.

L'ALFABETO FONETICO
INTERNAZIONALE E LA NOSTRA PRONUNCIA GUIDATA
di Roberto Casiraghi
Perché English4Life ha scelto di utilizzare un
proprio sistema di Pronuncia Guidata anziché usare l’AFI? Non è stato un
capriccio: i motivi sono sostanzialmente 5.
1. L’alfabeto fonetico internazionale è
nato solo per rispondere alle limitate esigenze dei produttori di dizionari
tanto è vero che non prevede né la distinzione fra lettere minuscole e
lettere maiuscole né segni di interpunzione (punti, virgole, ecc.). Un testo
normale traslitterato in AFI ha un aspetto non naturale, per la mancanza dei
segni di interpunzione, e complica la vita allo studente in quanto non gli
permette di identificare subito in un testo i nomi propri geografici e di
persona, cosa che si realizza abitualmente tramite le iniziali maiuscole.
2. L’alfabeto fonetico internazionale è
un font particolare che non fa parte della dotazione standard di un
computer. Risulta dunque difficile scrivere testi in AFI per pubblicarli su
Internet, inviarli via email o stamparli su carta, visto che raramente gli
utenti finali, i siti Internet o gli stampatori dispongono di questi font.
3. Scrivere testi lunghi come quelli da
noi normalmente pubblicati su English4Life è complicato anche perché la
disposizione dei simboli AFI sulla tastiera di un normale computer non
corrisponde affatto alle lettere già riportate sulla tastiera stessa. Il
processo di scrittura di un testo lungo si rivela dunque oltremodo lento e
stressante o, altrimenti, bisogna ricorrere a tastiere speciali.
4. Non esiste un software per computer
che gestisca la trasformazione automatica di un testo inglese nel
corrispondente scritto in AFI.
5. I testi scritti in alfabeto fonetico
internazionale risultano più ostici rispetto alla Pronuncia Guidata a causa
di un numero abbastanza elevato di simboli speciali. Dato che la nostra
intenzione era, ed è, quella di rivolgerci ad un pubblico il più possibile
vasto, l’uso dell’alfabeto fonetico internazionale avrebbe costituito per
molti lettori un deterrente fortissimo ad accostarsi alle problematiche
della pronuncia che, per vari motivi, sono già in coda alla scala delle
priorità da parte di chi vuole imparare l’inglese.