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BATTAGLIA D'INGHILTERRA

TESTO ORIGINALE TRATTO DA: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_d%27Inghilterra
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Nel canale tematico Enciclopedia riportiamo voci di carattere enciclopedico riguardanti la lingua e la cultura inglese e americana per consentire ai nostri lettori di approfondire tematiche utili o, più semplicemente, per dar loro modo di conoscere meglio fatti e personaggi notevoli della storia inglese e americana.

Battaglia d'Inghilterra

Conflitto

Seconda guerra mondiale

Periodo

da Luglio, 1940 a Maggio, 1941 (con le principali battaglie diurne combattute tra Agosto ed Ottobre)

Luogo

Spazio aereo del Regno Unito, soprattutto sopra l'Inghilterra meridionale

Risultato

ritirata tedesca

Antagonisti

Inglesi ed Alleati

Germania

Comandanti

Hugh Dowding

Hermann Göring

Forze impiegate

Circa 700 caccia (all'inizio)

1.260 bombardieri; 316 bombardieri a tuffo; 1.089 caccia

Perdite

1.547 aerei
Civili:
27.450 morti, 32.138 feriti

1.887 aerei

 

La Battaglia d'Inghilterra è il nome storico della campagna aerea combattuta sui cieli della Manica e dell'Inghilterra fra l'aviazione britannica e quella tedesca, supportata da unità italiane e di altre nazioni alleate dei nazifascisti, nel corso della Seconda guerra mondiale. Il motivo strategico della battaglia fu la volontà tedesca di conquistare la supremazia sui cieli della Manica e dell'Inghilterra meridionale, come condizione preliminare per l'attuazione del piano d'invasione dell'isola (operazione leone marino).

La battaglia terminò con un pieno successo da parte dell'aviazione britannica, che mantenne il controllo aereo della Manica e segnò un punto di svolta importante a favore delle forze alleate nel corso della guerra.

Gli storici di scuola inglese affermano che la battaglia durò dal 10 Luglio al 31 Ottobre 1940 (periodo di maggior intensità delle incursioni aeree diurne). Per contro, le fonti tedesche danno come inizio della battaglia la metà di Agosto 1940 e ne pongono la fine nel Maggio 1941, quando furono ritirate dal fronte le unità di bombardieri in previsione dell'attacco alla Russia, operazione Barbarossa.

La Battaglia d'Inghilterra non fu la prima grande battaglia condotta interamente dalle forze aeree: l'Inghilterra aveva già subito, durante la prima Guerra mondiale, una campagna di bombardamenti ad opera degli Zeppelin e di bombardieri a lungo raggio. Comunque la Battaglia d'Inghilterra fu la più importante e prolungata campagna di bombardamento messa in opera fino a quel momento ed il primo tentativo di realizzazione pratica delle dottrine di bombardamento strategico, che erano sorte a partire dal primo dopoguerra.

Premessa

Dopo l'evacuazione inglese di Dunkerque e la resa francese del Giugno 1940, i tedeschi erano incerti sulla mossa successiva. Hitler credeva che la Guerra fosse di fatto finita e che gli inglesi, sconfitti sul continente, avrebbero cercato un accordo entro breve tempo. Le sue aspettative furono frustrate dall'intransigenza inglese. Sebbene ci fosse una corrente di pensiero, nell'opinione pubblica e nella classe politica, favorevole ad una pace negoziata con la Germania, il primo ministro Winston Churchill rifiutò di prendere in considerazione l'ipotesi di un armistizio con i Nazisti. Il suo abile uso della retorica riuscì a rafforzare nell'opinione pubblica il rifiuto di una soluzione pacifica e preparò gli inglesi ad una lunga Guerra. Nel suo discorso del 18 Giugno 1940 alla Camera dei Comuni, affermò: " Quella che il generale Weygand ha chiamato la Battaglia di Francia è finita. Mi aspetto ora che stia per iniziare la Battaglia d'Inghilterra".

Il rifiuto delle proposte di pace tedesche da parte inglese fu netto. Nel tentativo di terminare la guerra ad occidente e di spingere il governo britannico a trattare la pace, il 16 Luglio Hitler ordinò di preparare un piano di invasione delle Isole Britanniche. Il piano fu preparato dall'OKW (lo stato maggiore dell'esercito). L'operazione, battezzata Seelöwe (Leone Marino), venne pianificata per la metà Settembre 1940 e prevedeva sbarchi lungo la costa meridionale dell'Inghilterra, appoggiati da lanci di paracadutisti nell'entroterra. I preparativi dovevano essere completati entro la metà di Agosto.

L'Operazione Leone Marino era un progetto gravemente carente: soffriva di mancanza di risorse (specialmente navi per il trasporto truppe e materiali, per non parlare dei mezzi da sbarco) e di gravi divergenze tra la Marina e l'Esercito. Con la minacciosa presenza della Royal Navy ad un sol giorno di navigazione dalla Manica, sembra, col senno di poi, molto improbabile che il piano avrebbe mai potuto funzionare. Su una cosa tutti i servizi Tedeschi concordavano: era irrealizzabile se prima la Luftwaffe non conquistava la superiorità aerea. Col predominio nei cieli, la Royal Navy poteva essere distrutta e le difese terrestri sconfitte. Così, il primo compito da assolvere era la distruzione della Royal Air Force come forza combattente. Venne perciò ideato un piano per attaccare gli aeroporti ed i centri di produzione aeronautica. Il comandante della Luftwaffe, Reichmarshall Hermann Göring, battezzò il piano "Adlerangriff" (Attacco dell'Aquila) e l'inizio delle operazioni fu stabilito per l'11 Agosto 1940 ("Adlertag", Giorno dell'Aquila) con un attacco in forze.

L' "Adlertag" fu preceduto da un mese di attacchi ai convogli in navigazione lungo la Manica. Questo periodo, chiamato dai tedeschi "Kanalkampf" (Battaglia del Canale), fu usato come occasione per saggiare le difese della RAF ed attirare i suoi caccia in combattimento. La RAF data l'inizio della battaglia con i primi attacchi ai convogli: il 10 Luglio 1940.

La strategia della Luftwaffe

La strategia tedesca era influenzata dalle teorie sul bombardamento strategico, come quelle dell'italiano Giulio Douhet, che si erano sviluppate nel corso degli anni '20 e '30. Queste teorie enfatizzavano l'attacco aereo, la debolezza delle difese antiaeree, e gli effetti dei bombardamenti terroristici sul morale dell'opinione pubblica. Dopo la Guerra di Spagna, l'attenzione tedesca si era orientata principalmente verso operazioni aeree di carattere tattico. In Polonia e Francia, la Luftwaffe aveva operato congiuntamente all'Esercito, dando vita alla Blitzkrieg o "guerra lampo". Nella Battaglia d'Inghilterra la Luftwaffe, però, doveva operare da sola, non come supporto all'offensiva delle truppe di terra, ma come arma decisiva. Gli alti comandi avevano una grande fiducia nell'efficacia del bombardamento strategico e Göring vedeva nell'imminente battaglia l'occasione per dimostrare cosa era in grado di fare la sua forza aerea.

Dopo la Battaglia di Francia, la Luftwaffe si riorganizzò sulla base di tre "Luftflotten" (flotte aeree) lungo i fianchi meridionale e settentrionale dell'Inghilterra. La "Luftflotte 2", comandata dal Generalfeldmarschall (grado equivalente a quello di generale di Armata Aerea) Albert Kesselring era responsabile per i bombardamenti dell'Inghilterra sud-orientale e della zona di Londra. La "Luftflotte 3", comandata dal Generalfeldmarschall Hugo Sperrle era responsabile per la West Country, le Midlands e l'Inghilterra nord-occidentale. La "Luftflotte 5", comandata dal Generaloberst (grado equivalente a quello di generale Squadra Aerea) Hans-Jurgen Stumpff, con quartier generale in Norvegia, era responsabile per le operazioni contro il Nord Inghilterra e la Scozia. Nel corso della battaglia le responsabilità dei comandi si modificarono, con la Luftflotte 3 che si fece carico degli attacchi notturni, mentre il peso degli attacchi diurni ricadde progressivamente sulle spalle della Luftflotte 2. Per breve tempo, ai combattimenti prese parte anche una forza di spedizione italiana, il "Corpo Aereo Italiano".

Le stime iniziali della Luftwaffe circa la durata della campagna prevedevano quattro giorni per sconfiggere il Comando Caccia (Fighter Command) della RAF nell'Inghilterra meridionale, cui dovevano far seguito altre quattro settimane in cui bombardieri e caccia a lungo raggio avrebbero spazzato il resto del paese e distrutto l'industria aeronautica britannica. Il piano prevedeva di iniziare attaccando gli aeroporti vicino alla costa, estendendo in seguito gli attacchi verso l'entroterra, verso Londra e l'anello di aeroporti incaricati della sua difesa. Nel complesso la Luftwaffe si attenne a questo schema, ma i suoi comandanti avevano gravi divergenze sulla strategia complessiva dell'operazione: il comandante della Luftflotte 3, Hugo Sperrle, voleva sradicare l'infrastruttura della difesa antiaerea facendo ricorso ai bombardieri, la sua controparte nella Luftflotte 2, Albert Kesserling, chiedeva di attaccare direttamente Londra - sia per costringere il governo britannico alla resa, sia per costringere i caccia della RAF ad una battaglia decisiva. Göring, ossessionato come era dal mantenere la propria base di potere all'interno della Luftwaffe, non fece nulla per appianare queste divergenze strategiche tra i suoi comandanti. Va aggiunto che le convinzioni sulla guerra aerea cui era attaccato erano superate e, in seguito, lo portarono a commettere gravi errori, sia tattici sia strategici.

La Luftwaffe risentì inoltre di una grave carenza di informazioni circa l'apparato difensivo britannico. I servizi di informazione tedeschi erano frammentati, divisi da profonda rivalità e, nel complesso, scarsamente efficienti. Nel 1940 c'erano pochi agenti tedeschi operativi in Inghilterra, e qualche sporadico tentativo di infiltrare spie nel paese non diede alcun esito. Così la Luftwaffe non ebbe a disposizione informazioni aggiornate sullo stato e sull'organizzazione della difesa aerea della RAF, in particolare sul sistema di comando e controllo che era già stato organizzato prima della guerra, e che si rivelò di cruciale importanza per l'efficace gestione della battaglia da parte britannica. Va detto che anche quando si avevano informazioni recenti e valide, gli alti comandi della Luftwaffe tendevano ad ignorarli se apparivano in contrasto con l'opinione prevalente.

Per la maggior parte della battaglia, la Luftwaffe operò alla cieca, senza conoscere l'effettiva forza dell'avversario, né le sue capacità né il suo schieramento. Più volte gli alti comandi tedeschi si convinsero che il Comando Caccia fosse stato ridotto allo stremo, mentre più volte si attaccarono basi del Comando Bombardieri o della Difesa Costiera nella errata convinzione che fossero aeroporti del Comando Caccia. I risultati dei bombardamenti e degli scontri aerei furono sovrastimati, col risultato che la visione della situazione che avevano gli alti comandi della Luftwaffe si allontanò progressivamente dalla realtà. Queste carenze di comando e di informazione fecero sì che i tedeschi non riuscissero ad adottare una strategia coerente, anche quando la RAF si trovò con le spalle al muro.

Il sistema di Dowding

La Battaglia di Inghilterra fece entrare nella leggenda i caccia della RAF: il Spitfire e lo Hunter, ma la vera pietra angolare della difesa inglese fu la complessa organizzazione di avvistamento, comando e controllo che gestì la battaglia, nota come il 'sistema di Dowding', dal nome del suo principale artefice, il Maresciallo dell'Aria (Air Chief Marshall) Sir Hugh Dowding, comandante del Comando Caccia della RAF.

I primi rilevamenti degli attaccanti in arrivo provenivano dalle stazioni radar, chiamate in codice Rete Nazionale ('Chain Home'), che erano distribuite lungo le coste inglesi e che telefonavano l'avvistamento alla Sala Filtro del Comando Caccia. Gli incursori, una volta oltrepassate le stazioni della Rete Nazionale (che avevano le antenne radar puntate verso il mare), erano presi in carico dal Corpo Avvistatori (Observer Corp), che li seguiva da terra utilizzando una rete di osservatori dotati di binocoli. Le informazioni, valutate e integrate dalla Sala Filtro erano poi passate alla Sala Operativa del Comando Caccia, a quella del Group e a quelle di tutti i Settori interessati.

Ogni Sala Operativa aveva il proprio tavolo a mappa ('plotting table'), grandi mappe sulle quali le formazioni delle forze in campo erano rappresentate da pedine la cui posizione era continuamente aggiornata sulla base delle informazioni che man mano affluivano. Nella Sala Operativa del Group, il controllore di turno decideva quale settore doveva contrastare l'incursione e quanti caccia bisognava far intervenire. Il controllore di Settore coordinava le squadriglie alle sue dipendenze, ordinando i vari livelli di prontezza operativa o il decollo su allarme. Di solito, almeno all'inizio della battaglia, i controllori erano ufficiali pilota con esperienza di combattimento.

Non è chiaro il ruolo svolto nella Battaglia d'Inghilterra dalla decifrazione delle comunicazioni segrete tedesche, criptate usando le macchine cifratrici Enigma. Ultra, l'insieme di informazioni ottenute grazie alle intercettazioni di Enigma, fornì agli alti comandi inglesi una preziosa visione delle intenzioni tedesche, ma sembra che ben poco di tutto questo sia giunto sino alla scrivania di Dowding. D'altro canto il servizio di ascolto radio 'Y', che teneva sotto controllo il traffico radio tedesco, contribuì notevolmente all'individuazione precoce delle incursioni della Luftwaffe.

La responsabilità della difesa dello spazio aereo inglese fu ripartita tra più Groups (Brigate Aeree) di Caccia: il 10° Gruppo, responsabile della difesa del Galles e dell'Inghilterra occidentale, era comandato dal Vice Maresciallo dell'Aria Sir Quintin Brand. L'11° Gruppo copriva il Sud-Est dell'Inghilterra e le vitali rotte di accesso a Londra, il suo comandante era il Vice Maresciallo dell'Aria Keith Park. Il 12° Gruppo, comandato dal Vice Maresciallo dell'Aria Trafford Leigh-Mallory, difendeva le Midlands e l'East Anglia. Infine, il 13° Gruppo copriva il nord dell'Inghilterra, la Scozia e l'Irlanda del Nord, ed era comandato dal Vice Maresciallo dell'Aria Richard Saul.

Le aree di competenza dei Gruppi erano a loro volta suddivise in Settori, ciascuno dei quali aveva alle proprie dipendenze un numero di Squadron variabile tra i due ed i quattro. Le basi di Settore, costituite da un aeroporto e da un posto comando, erano il cuore di questa organizzazione, ma ciascuna base aveva degli aeroporti satellite presso cui disperdere gli Squadron. I Quartieri Generali di Gruppo passavano le informazioni alle basi di Settore e dava istruzioni circa il decollo su allarme ('scramble') degli squadron loro assegnati. Una volta in volo, gli Squadron erano guidati via radio dalle loro basi di Settore che ne stabiliva l'impiego: agli Squadron poteva venir ordinato di intercettare gli incursori oppure di protegge gli aeroporti o altri bersagli di vitale importanza.

Sebbene a quel tempo fosse il più sofisticato sistema di difesa aerea del mondo, il 'Sistema di Dowding' presentava molti limiti. Nella lettura dei dati radar si potevano verificare gravi errori di interpretazione (ed era compito della Sala Filtro cercare di ridurne il numero), mentre il Corpo Avvistatori non era in grado di seguire le forze attaccanti di notte e col cattivo tempo. Le comunicazioni radio con gli apparecchi in volo risentivano del fatto che la RAF utilizzava ricetrasmittenti in banda HF (alta frequenza), che avevano limiti di portata e, anche utilizzando una rete di ponti radio, gli Squadron erano costretti ad operare all'interno del proprio settore o, al massimo, in uno di quelli adiacenti. Inoltre, le apparecchiature erano limitate ad una sola frequenza per Squadron, rendendo così impossibile la comunicazione tra Squadron diversi. Infine, il sistema per seguire i caccia della RAF, noto come HF/DF o "Huff-Duff", non consentiva l'uso contemporaneo di più di quattro Squadron per Settore.

Nonostante questi limiti, il Comando caccia della RAF riuscì a raggiungere alti livelli di efficienza, riuscendo ad ottenere anche tassi di intercettazione superiori all'80%. I problemi connessi alle radiotrasmissioni in fonia furono risolti più avanti nel corso della battaglia con l'adozione di apparati radio operanti in frequenza altissima (Very High Frequency-VHF), che premettevano comunicazioni in fonia più chiare, avevano una portata maggiore e consentivano l'uso di più canali. Pur con tutti i suoi difetti, la RAF aveva comunque un sistema di controllo a terra che consentiva ai suoi caccia di essere là dove servivano. La Luftwaffe, priva di un sistema simile, si trovò sempre in svantaggio.

Le tattiche della Luftwaffe

Nel corso della battaglia, la Luftwaffe cambiò in misura notevole le proprie tattiche per cercare di aprirsi un varco nelle difese della RAF. Si lanciarono molte missioni di "Freie Jagd" ("Caccia libera"), nella speranza di sorprendere i caccia della RAF. I controllori della RAF furono spesso in grado di identificare queste "cacce libere" e di indicare ai propri Squadron come evitarle. La Luftwaffe cercò anche di usare come esca piccole formazioni di bombardieri, protette da vicino da un gran numero di caccia di scorta. Questa tattica ebbe maggiore successo, ma il compito della scorta ravvicinata costringeva i caccia a volare alla stessa quota e velocità dei più lenti bombardieri e con ciò li rendeva più vulnerabili. Le perdite più gravi si ebbero di conseguenza proprio tra le unità di scorta. Le tattiche standard per i raid divennero presto un amalgama di tecniche diverse. Una caccia libera poteva precedere un attacco, per cercare di sgomberare dagli intercettori la rotta degli incursori. I bombardieri penetravano ad altitudini comprese tra i 10.000 ed i 16.000 piedi (approssimativamente fra i 3.000 ed i 5.000 metri), a volte protetti da una scorta ravvicinata di caccia. Una scorta "distaccata" ( o "top cover", copertura in quota) poteva proteggere i bombardieri da una quota superiore e garantiva una protezione a distanza più efficace perché non era costretta alle quote e alle velocità, penalizzanti per i caccia, tenute dalle formazioni dei bombardieri.

Le tattiche della Luftwaffe furono influenzate dalle caratteristiche dei loro caccia, essenzialmente il monomotore Me 109 ed il bimotore Me 110. I Me 110 Zerstörer (caccia distruttore) si rivelarono, però, troppo vulnerabili di fronte agli agili caccia monomotre della RAF e ben presto dovettero venire essi stessi scortati. In seguito il loro impiego venne sottoposto a severe restrizioni. L'onere maggiore delle missioni di caccia ricadde quindi sulle spalle dei Me 109. Le tattiche di impiego dei caccia vennero complicate dalle richieste degli equipaggi dei bombardieri che pretendevano una protezione più ravvicinata. I bombardieri ebbero l'appoggio di Göring che, dopo le aspre battaglie del 15 Agosto e del 18 Agosto non si fece pregare per ordinare l'incremento delle scorte ravvicinate, cosa che costrinse molti più Me 109 a restare vicino ai bombardieri, e, se questo garantì una più efficace protezione ai bombardieri, causò molte perdite ai reparti da caccia.

Le tattiche della RAF

Il peso della battaglia ricadde sull'11° Group della RAF. La tattica di Keith Park era quella di lanciare in battaglia singoli Squadron. Lo scopo era di sottoporre gli incursori ad attacchi continui, sferrati da un numero relativamente ridotto di aerei, e di scompaginare in questo modo le formazioni dei bombardieri. Una volta rotta la formazione, i bombardieri dispersi sarebbero stati colpiti uno per uno. Nel caso in cui più squadron avessero intercettato una incursione, i più lenti Hurricane avrebbero attaccato i bombardieri, mentre sarebbe toccato ai più agili Spitfire affrontare i caccia di scorta. Non sempre si poté applicare questa procedura, e Spitfire ed Hurricane spesso si scambiarono i ruoli.

Nelle fasi iniziali della battaglia, la RAF fu ostacolata dalla fiducia riposta in tattiche di combattimento obsolete che costringevano i propri Squadron a volare in rigide formazioni di tre aerei (dette 'vics', in cui il leader e le due ali volavano in formazione ravvicinata e alla stessa quota, ostruendosi così a vicenda la visuale) e a condurre gli attacchi 'secondo il manuale' (cioè secondo procedure definite prima della guerra e che non tenevano conto né delle caratteristiche dei nuovi caccia ora disponibili né del modo di combattere dei piloti della Luftwaffe). I piloti tedeschi soprannominarono le 'vics' "Idiotenreihen" ("fila degli idioti" ) perché rendevano gli Squadron più vulnerabili agli attacchi. I tedeschi usavano invece la formazione a quattro (con gli aerei scalati in quota), meno rigida e più flessibile, chiamata 'quattro dita' ('finger four') e messa a punto durante la guerra di Spagna. In seguito anche i piloti della RAF adottarono, con successo, la formazione tedesca.

Il fatto che i caccia tedeschi impegnati in missioni di caccia libera venissero spesso ignorati dal Comando Caccia, conferma che ciò che interessava alla RAF era distruggere i bombardieri. Dowding vigilava affinché i suoi uomini si preoccupassero di distruggere i cacciabombardieri e cercassero di evitare lo scontro diretto con i caccia tedeschi in modo da salvaguardare i mezzi inglesi.

Durante la battaglia, alcuni comandanti, in modo particolare Trafford Leigh-Mallory del 12° Group, propose che gli squadron si riunissero in grosse formazioni ('Big Wing') per attaccare in massa il nemico. I sostenitori di questa tesi affermavano che l'intercettazione da parte di forze consistenti causava maggiori perdite agli attaccanti, riducendo al contempo le proprie. Chi vi si opponeva sottolineava che la formazione di un 'big wing' richiedeva troppo tempo e che quella strategia aumentava il rischio di far sorprendere i caccia a terra in fase di rifornimento. Analisi condotte nel dopoguerra concordano nel ritenere che l'approccio di Dowding e Park era il migliore per l'11° Group, che era più vicino alla costa e quindi non aveva a disposizione il tempo necessario a far salire in quota e comporre in formazione un gran numero di aerei. Questa controversia danneggiò la carriera di Park dopo la fine della battaglia, e fu una delle cause delle dimissioni di Dowding dal Comando Caccia.

Le fasi della Battaglia

La Battaglia d'Inghilterra può essere divisa in quattro fasi:

  • 10 Luglio - 11 Agosto: la Kanalkampf, le battaglie sulla Manica

  • 12 Agosto - 23 Agosto: Adlerangriff, i primi attacchi contro gli aeroporti lungo la costa

  • 24 Agosto - 6 Settembre: la Luftwaffe attacca gli aeroporti, è la fase più critica della battaglia.

  • dal 7 Settembre in poi: gli attacchi diurni si concentrano su Londra.

 

Kanalkampf

La Kanalkampf si concretizzò in una serie di combattimenti nello spazio aereo sovrastante i convogli di mercantili in rotta attraverso il Canale della Manica. In generale queste battaglie al largo della costa favorivano i Tedeschi: le massicce scorte di cui godevano i bombardieri erano sempre in superiorità numerica rispetto alle pattuglie inviate in difesa ai convogli. Il numero di affondamenti fu tale che l'Ammiragliato britannico sospese la navigazione commerciale lungo la Manica. Questi primi scontri servirono comunque ad entrambi gli schieramenti per accumulare esperienza, e indicarono anche che alcuni tipi di aerei, ad esempio il Defiant, caccia biposto della RAF con quattro mitragliatrici in una torretta posteriore ed il Me 110 della Luftwaffe, erano inadeguati agli intensi scontri manovrati ('dogfighting') che avrebbero caratterizzato il seguito della battaglia.

 

Adlerangriff

Le condizioni meteorologiche, che tanta parte avrebbero avuto nell'evolversi della campagna, ritardarono l'"Adlertag" fino al 13 Agosto. Ma già il 12 fu effettuato un primo tentativo di accecare il sistema di Dowding: aerei dell'unità speciale di caccia-bombardieri Erprobungsgruppe 210 attaccarono quattro stazioni radar; di queste, tre furono messe fuori servizio, ma tornarono operative nel giro di sei ore. Questo raid dimostrò che non era semplice mettere fuori uso per un lungo periodo di tempo i radar inglesi, ma il fatto che la Luftwaffe non si impengò in attacchi ripetuti contro di essi, consentì alla RAF di riattivarli rapidamente dopo ogni incursione.

L'"Adlertag" iniziò con una serie di attacchi contro gli aeroporti situati lungo la costa, usati dalla RAF come postazioni avanzate per i propri caccia. Nel corso della settimana gli attacchi si spostarono verso l'interno e vennero lanciate ripetute incursioni contro la rete di radar. Il 15 Agosto fu il "gran giorno", quello in cui la Luftwaffe lanciò il massimo numero di incursioni di tutta la campagna. In questa data si vide anche il più importante contributo dato dalla Luftflotte 5 alla battaglia, con l'attacco all'Inghilterra settentrionale. Poiché si credeva che l'intera forza del Comando Caccia fosse concentrata nelle basi del lontano sud, la forza di attacco, proveniente dalla Danimarca e dalla Norvegia, si trovò impreparata di fronte alla dura resistenza dei difensori: la scorta era costituita dai caccia a lungo raggio Me 110 "Zerstorer", inadeguati a fronteggiare i caccia inglesi. Il risultato fu che venne abbattuta una gran quantità di bombardieri attaccanti; la Luftflotte 5, dopo questa dura sconfitta, non partecipò più in forze alla battaglia.

Il 18 Agosto, il "giorno più duro", fu il giorno in cui entrambi gli schieramenti subirono il massimo delle perdite. In seguito a ciò, alla prostrazione fisica degli equipaggi e al maltempo, il ritmo delle operazioni rallentò, consentendo alla Luftwaffe di fare il punto della situazione. Il "giorno più duro" segnò la fine dell'impiego del bombardiere in picchiata Ju 87 Stuka. Questo veterano della "Blitzkrieg" era semplicemente troppo vulnerabile agli attacchi dei caccia e, per salvare la flotta degli Stuka, Göring li ritirò dai combattimenti. Questa decisione, però, privò la Luftwaffe del suo principale strumento per I bombardamenti di precisione, compito che ricadde sulle spalle del già oberato Erprobungsgruppe 210. Ma Göring non aveva ancora finito: il Me 110 Zerstörer si era mostrato troppo pesante e senza accellerazione per poter contrastare i caccia avversari nel combattimento manovrato, perciò si decise di limitarne l'utilizzo solo nei casi in cui fosse necessaria la loro grande autonomia, o quando fosse disponibile una adeguata scorta di caccia monomotore.

Göring prese anche la fatale decisione di imporre scorte più consistenti ai bombardieri, a spese delle missioni di caccia libera. Il peso maggiore dei bombardamenti ricadeva sulla Luftflotte 2 e la maggior parte dei Me 109 in carico alla Luftflotte 3 venne trasferita sotto il commando di Kesselring e andò a rinforzare le basi dei caccia attorno al Passo di Calais. Privata della propria forza di caccia, la Luftflotte 3 si dovette concentrare sulla campagna di bombardamento notturno. Come ultima cosa Göring ordinò di interrompere gli attacchi alla catena radar, considerati un fallimento, e né il tecnicamente inetto Reichsmarschall né i suoi subordinati compresero l'importanza vitale per la difesa dell'Inghilterra delle stazioni della Rete Nazionale. Era noto che i radar fornivano una qualche forma di allarme precoce contro le incursioni, ma i piloti da caccia tedeschi tendevano a sottovalutare l'argomento perché stavano cercando lo scontro risolutore con la RAF e ritenevano che qualsiasi cosa potesse spingere gli inglesi al combattimento fosse la benvenuta.

 

La Luftwaffe mira agli aereoporti

A partire dal 24 Agosto, la battaglia fu essenzialmente un feroce combattimento fra la Luftflotte 2 di Kesselring e l'11° Gruppo di Park. La Luftwaffe concentrò tutta la propria forza nel tentativo di annientare il Comando Caccia e si dedicò ad attacchi ripetuti agli aeroporti. Dei 33 attacchi principali condotti nelle due settimane successive, 24 furono contro gli aeroporti. Le stazioni dei settori chiave furono attaccate più volte: Biggin Hill e Hornchurch, quattro volte ciascuna, Debden e North Weald due. Subirono pesanti attacchi anche Croydon, Gravesend, Rochford, Hawkinge e Manston.

A dimostrazione delle loro lacune nel campo dello spionaggio, I tedeschi tentarono per almeno sette volte di attaccare Eastcurch, nell'errata convinzione che fosse una base del Comando Caccia. A volte queste incursioni misero fuori uso le stazioni di settore, minacciando l'integrità del sistema di Dowding, e gli Inglesi dovettero ricorrere a misure di emergenza per mantenere operativi i Settori o, almeno, per mascherare le falle che si aprivano nella Rete.

Fu un periodo disperato per la RAF, che stava anche subendo molte perdite nei cieli. Le industrie potevano rimpiazzare gli aerei, ma più grave era la situazione dei piloti: nella settimana dopo l'Adlertag Dowding aveva perso l'80% dei suoi comandanti di squadriglia (morti, feriti o ritirati dalla battaglia). I nuovi piloti riuscivano a fatica a colmare le perdite, ma il periodo di addestramento venne ridotto dai 6 mesi pre-bellici a 15 giorni. Per i novellini, inviati ai reparti senza una sufficiente esperienza di volo e privi di un reale addestramento al combattimento, era già un atto eroico atterrare con un caccia monoposto ad alte prestazioni. Emerse in questo periodo il carattere multinazionale della RAF: i molti piloti dei Dominion già arruolati nel Comando Caccia (Australiani, Sud Africani, Neozelandesi e Canadesi) furono rinforzati dall'arrivo dei nuovi squadroni composti da Cechi e Polacchi. In forza ai vari squadron c'erano anche piloti di altre nazionalità, inclusi Francesi, Belgi e alcuni Americani.

Se non altro, la RAF aveva il vantaggio di combattere sopra territorio amico. I piloti che riuscivano a lanciarsi col paracadute dal proprio aereo abbattuto potevano essere di ritorno al proprio aeroporto nel giro di qualche ora. Per gli equipaggi della Luftwaffe, un lancio sopra l'Inghilterra significava la cattura, mentre farlo sopra la Manica molto spesso significava morire affogati o congelati. Il loro morale iniziò a risentirne e cominciò ad apparire il 'kanalkrankheit', o 'Malattia della Manica', una forma di stress da combattimento. Per I tedeschi il problema dei rimpiazzi era ancora più grave che non per gli Inglesi. Sebbene la Luftwaffe mantenesse sempre la superiorità numerica, il rifornimento di nuovi aerei e piloti era lento, e questo pesava sempre più sulle risorse delle forze restanti.

Eppure, la Luftwaffe stava vincendo la battaglia degli aeroporti. Ancora poche settimane di questo martellamento, e la RAF sarebbe stata costretta a ritirare i propri squadrons dall'Inghilterra meridionale. Il comando della Luftwaffe, però, non se ne rendeva conto: vedeva solo la propria forza di bombardieri assottigliarsi, e cominciava a disperare di riuscire a rispettare la tempistica originale. Non si riusciva a capire come mai la RAF non fosse già collassata, o come riuscissero sempre ad avere i caccia nel posto giusto, indipendentemente da quante incursioni si organizzassero (conseguenza questa dell'incomprensione del ruolo dei radar nel sistema di difesa aerea inglese). Bisognava fare qualcosa per spingere la RAF ad una battaglia decisiva. Va comuque ricordato che i Tedeschi (privi di un adeguato sistema di informazioni) sottostimarono sempre la capacità industriale inglese di rimpiazzare le perdite subite.

Il 4 Settembre, in seguito al raid su Berlino della notte tra il 25 Agosto ed il 26 Agosto (effettuato come ritorsione al bombardamento accidentale di Londra), Hitler tolse il divieto a bombardare la capitale inglese. L'incursione su Berlino aveva scosso l'orgoglio di Göring, che in precedenza aveva proclamato che mai sarebbe stato permesso agli inglesi di bombardare la città. Kesselring colse la propria occasione e propose di cambiare strategia. Se Sperrle sosteneva la necessità di continuare gli attacchi contro gli aeroporti, Kesserling riuscì a convincere il Maresciallo del Reich ad attaccare Londra. I raid avrebbero gettato nel panico gli inglesi, facendo loro accettare la resa, o, almeno, avrebbero costretto al combattimento gli "ultimi cinquanta Spitfire", consentendone la distruzione. Questo attacco non era più visto come una premessa a "Seelöwe", ma era visto come una azione in sè rislutiva.

 

Attacchi su Londra

Il 7 Settembre fu lanciato il primo attacco su Londra, obiettivo i moli dell'East End della città. Nei giorni seguenti ci furono massicci e ripetuti attacchi contro la città. A volte il loro bersaglio furono le installazioni portuali (obiettivi militari 'legittimi'), altre volte, però, si trattò di bombardamenti indiscriminati. La RAF entrò in azione, con forze nettamente superiori a quanto si aspettava la Luftwaffe. Per la prima volta venne schierato il "Big wing" caldeggiato dal 12.mo Gruppo, e questo gettò nello sconforto i piloti tedeschi. Gli attacchi su Londra, in ogni caso, continuarono a scapito degli attacchi contro gli aereoporti. Questo allentamento della pressione contro le proprie infrastrutture ridiede fiato alla RAF ed al suo personale che riusci' a ripristinare le proprie basi nell'Inghilterra meridionale, duramente colpite nelle settimane precedenti. Fu il punto di svolta della campagna.

Senza dubbio, l'aspetto più negativo della nuova strategia tedesca per gli attaccanti era la maggior distanza di Londra dalle loro basi di partenza. I Me 109 di scorta non portavano abbastanza carburante: una volta sulla capitale, avevano solo dieci minuti di volo prima di dover tornare alle proprie basi. Molte volte i bombardieri si trovarono completamente indifesi, perché la loro scorta era dovuta rientrare. Il risultato fu una serie di attacchi disastrosi, che raggiunsero il loro culmine il 15 Settembre, giorno in cui la RAF riuscì ad abbattere il più alto numero di aerei tedeschi in un solo giorno.

Il 19 Settembre l'Operazione "Seelöwe" venne rimandata indefinitamente. Ma la Battaglia d'Inghilterra non era ancora terminata. Gli attacchi aerei sarebbero continuati sporadicamente sino alla fine dell'anno. I caccia sarebbero stati adattati al ruolo di bombardieri veloci per attacchi fastidiosi sull'Inghilterra meridionale, e il "Corpo di Spedizione Italiano" fece una veloce quanto imbarazzante apparizione. Dall'Ottobre 1940 fino all'inizio dell'Operazione Barbarossa, vennero lanciate ancora 40.000 sortite e vennero sganciate più di 38.000 tonnellate di bombe ad alto esplosivo e 3.500 tonnellate di bombe incendiarie.

Entrambi gli schieramenti della battaglia esagerarono la stima del numero di apparecchi avversari abbattuti. Di solito gli abbattimenti rivendicati erano il doppio o il triplo di quelli effettivi, questo avveniva a causa della confusione della concitazione degli scontri aerei: chiunque sparasse una raffica contro un aereo che poi precipitava, lo reclamava come propria vittima; nessuno, inoltre, aveva tempo di stare a guardare cosa succedesse effettivamente ad un avversario colpito. Le analisi effettuate nel dopoguerra mostrano che tra Luglio e Settembre la RAF perse 1.023 caccia, mentre gli aerei persi dalla Luftwaffe furono 1.887, di cui 873 erano caccia. I piloti Polacchi sono accreditati di 201 abbattimenti. Alle perdite della RAF vanno aggiunti anche 376 aerei del Comando Bombardieri e 148 del Comando Costiero, persi in missioni di bombardamento, pattugliamento costiero e di posa mine.

 

Le conseguenze

Nel complesso la Battaglia d'Inghilterra fu una significativa vittoria britannica. Si tratto' certamente di una battaglia piccola sia in termini di numero di combattenti impiegati che di perdite subite, ma, se fosse stata vinta dai tedeschi, la storia si sarebbe svolta in maniera profondamente diversa. La vittoria inglese segnò il primo fallimento della macchina da guerra di Hitler, e genero' un netto cambiamento di orientamento dell'opinione pubblica americana, sino ad allora dubbiosa circa la capacità inglese di resistere ancora a lungo contro i Nazisti.

Gli studiosi moderni hanno suggerito che fosse impossibile per la Luftwaffe vincere la battaglia: la semplice superiorità numerica non bastava per acquisire lil dominio dell'aria. La strategia di Dowding e Park, scegliere quando affrontare il nemico e nel frattempo mantenere una forza coerente, si mostrò corretta.

Le teorie favorevoli al bombardamento strategico, che facevano affidamento sul collasso morale del nemico, furono contraddette dalla resistenza inglese di fronte agli attacchi diurni e notturni. Lo spostamento verso i bombardamenti terroristici permise alla RAF di riprendersi e di difendere lo spazio aereo britannico. Anche se gli attacchi contro le basi dell'11° Gruppo continuarono, la RAF poté ritirarsi più a nord, fuori dal raggio d'azione dei caccia tedeschi e proseguire da lì la battaglia. I documenti analizzati nel dopoguerra mostrano che le perdite inglesi vennero rimpiazzate più velocemente che non quelle tedesche: la RAF mantenne la propria forza, mentre quella della Luftwaffe declinò. Questo era dovuto in parte al fatto che i combattimenti avvennero principalmente sulla terraferma inglese, così ogni tedesco costretto a lanciarsi col paracadute veniva fatto prigioniero, diminuendo gli effettivi della Luftwaffe, mentre i piloti inglesi e alleati, nella stessa situazione toccavano terra in territorio amico e potevano tornare al proprio reparto entro breve tempo, a volte anche lo stesso giorno. In termini di perdite di aerei ed equipaggi esperti, la battaglia d'Inghilterra fu un colpo dal quale la Luftwaffe non si riprese mai del tutto.

La strategia del terrore in se stessa non poteva forzare l'Inghilterra alla resa. Anche se i tedeschi lanciarono alcuni spettacolari attacchi contro importanti industrie britanniche, non potevano distruggere il potenziale industriale britannico. Ma ogni ragionamento a posteriori non può negare che la minaccia per la RAF fu reale e che ai protagonisti, sembrò davvero che ci fosse solo un "piccolo margine" tra la vittoria e la sconfitta. La vittoria fu sia fisica che psicologica: arrestò la marea delle sconfitte e rincuorò i nemici del Nazismo.

Il totale delle perdite civili inglesi tra Luglio e Dicembre 1940 fu di 23.002 morti e 32.138 feriti. Una delle incursioni più drammatiche fu quella del 29 Dicembre 1940 in cui morirono circa 3.000 civili.

Winston Churchill riassunse l'effetto della battaglia ed il contributo della RAF con parole passate alla storia:"Mai nel campo degli umani conflitti tanti dovettero così tanto a così pochi" (discorso alla Camera dei Comuni del 20 Agosto 1940). Ancora oggi i piloti che hanno combattuto questa battaglia sono noti come "i pochi" ("the few").

In Inghilterra il 15 Settembre è celebrato come il "giorno della Battaglia d'Inghilterra", segnando il giorno di svolta delle battaglie diurne sopra i cieli di Londra.

Nella tradizione militare inglese, la Battaglia d'Inghilterra è ricordata con orgoglio, alla pari di Waterloo e di Agincourt. Inoltre la battaglia è entrata nella leggenda popolare come l' esempio di una piccola isola che, resistendo da sola contro la tirannia nazista, riuscì a sconfiggere un potente nemico.

La cosa più importante, ai fini dello sviluppo successivo della Seconda Guerra Mondiale, fu che la fine della Battaglia d'Inghilterra consentì al Regno Unito di ricostituire la propria forza militare e di confermarsi come roccaforte degli Alleati. In seguito l'Inghilterra servì da base per l'Operazione Overlord, cioè lo sbarco in Normandia.

 

Il contributo straniero

Sin dall'inizio della guerra, la RAF accettò piloti stranieri per integrare le proprie fila. L'11 Giugno 1940 il Governo Polacco in esilio firmò un accordo col Governo Britannico per costituire un Esercito Polacco in Inghilterra e, più in specifico, una Forza Aerea Polacca. Il primo dei due Squadron Polacchi (che crebbero di numero nel corso della guerra sino a diventare 10) entrò in azione nell'Agosto 1940. In totale furono quattro gli Squadron Polacchi che presero parte alla battaglia (gli Squadron da bombardamento n. 300 e 301 e gli Squadron da caccia 302, e 303) con un organico di 89 piloti. Se a questi si aggiungono gli oltre 50 che combatterono nelle fila degli squadron britannici, si ha che un totale di 145 piloti polacchi difesero i cieli inglesi. I piloti polacchi furono tra i più esperti ed agguerriti tra quelli coinvolti nella battaglia, molti di loro avevano già combattuto nella campagna di Settembre in Polonia e nella Battaglia di Francia. Bisogna anche rilevare l'elevato standard di addestramento di questi piloti: lo Squadron 303 (battezzato Tadeusz Kosciuszko dal nome dell'eroico generale Polacco-Americano, ottenne il maggior numero di vittorie (273) tra tutti gli Squadron da caccia impiegati nel corso della Battaglia d'Inghilterra, anche se entrò in combattimento solo a partire dal 30 Agosto.

Per mettere le cose in prospettiva, il 5% dei piloti fu responsabile del 12% delle vittorie totali della Battaglia.

Ci fu anche una presenza significativa di piloti Cecoslovacchi. Due Squadron da caccia Cechi (310 e 312) presero parte alla battaglia. Contando anche i piloti operativi in altre unità alleate, un totale di 87 Cechi difese i cieli inglesi. Fra questi, Josef Frantisek, che volava con lo Squadron 303 (Polacco), fu il maggiore asso alleato della Battaglia d'Inghilterra con 17 abbattimenti confermati.

Ci furono anche tre Squadron di volontari americani, noti come 'Eagle Squadrons' che operarono nella RAF in questo periodo, col primo che divenne operativo nel Febbraio 1941

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